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Storia di Lusiana

Prima dei documenti, a raccontare la storia di Lusiana sono i reperti archeologici rinvenuti in tre importanti siti: il Monte Corgnon, il Coldinechele e il Covolo. Raccontano una storia antica che inizia ancora nel paleolitico e si sviluppa impetuosa nell'età del bronzo rivelando una società già molto organizzata nella quale i ritmi della vita erano scanditi da rituali magici e religiosi.

A queste popolazioni primitive sono seguiti poi i Paleoveneti, i Romani e i Longobardi con una continuità insediativa legata alla disponibilità di risorse naturali come acqua, terreni fertili ed abbondante selvaggina. Con i Romani si sono poi sviluppate le attività tradizionali come la pastorizia e create le condizioni per un collegamento con l'area della pianura.

Ai Romani sono succeduti i Longobardi la cui presenza viene evidenziata dal nome di luoghi come “Fara” e “Farneda” e dal nome di santi venerati da quel popolo come San Donato.

Tale quadro rimase immutato fino all'anno 1100 quando iniziò il fenomeno migratorio dai paesi tedeschi.

Queste genti vennero erroneamente identificate con l’antica popolazione Cimbra, sconfitta e sterminata dalle legioni Romane nel II secolo d.C.

A partire dal XIII secolo si sono rinsaldati i legami con le genti amiche dell'Altopiano e, estendendo la forma di governo federata costituita dai Colonnelli e dalle Vicinie, è stata data vita nel 1310 alla Spettabile Reggenza dei Sette Comuni. In quella fase si sono sviluppate le attività tradizionali legate al territorio e all'uso delle sue limitate risorse.

Attraverso una serie di accordi e all’ Atto di Dedizione del 1404 con la Repubblica di Venezia, è stato possibile prevedere e mantenere poi privilegi di tipo economico come l'esenzione dai dazi e l’acquisizione di diritti consuetudinari come il “pensionatico”, cioè il pascolo invernale in pianura, che hanno consentito lo sviluppo della popolazione locale.

In questo periodo si è consolidata anche la gestione delle proprietà collettive e della cosa pubblica con caratteristiche forme di autogoverno.

La Reggenza dei Sette Comuni estendeva il proprio territorio fino a lambire Bassano e Marostica con cippi di delimitazione tuttora visibili.

Questo stato di cose è durato fino al 1807, anno in cui Napoleone aveva ordinato l'abolizione della Reggenza, ceduta, unitamente al territorio Veneto, dieci anni prima all'Austria con il trattato di Campoformio.

Nonostante lo scioglimento dell’antica Reggenza dei Sette Comuni, i popoli dell’Altopiano mantennero intatti i valori di unità e coesione che diventarono tangibili nell’amor patrio espresso durante la Grande Guerra.

Tale sentimento alimentò gli animi dei giovani che si accingevano al primo conflitto mondiale (1915-1918) e fece sì che Lusiana si schierasse in prima linea, diventando avamposto del brulicante esercito di soldati che attendevano di raggiungere il fronte.

La documentazione fotografica ed i resti delle fortificazioni in galleria sul Monte Corgnon, oltre alla presenza dei campi militari francesi ed inglesi, testimoniano le tensioni del periodo.

Gli anni del dopoguerra, prima e dopo l'avvento del fascismo, furono indubbiamente difficoltosi e questa situazione di precarietà è testimoniata dall'esponenziale crescita dell'emigrazione.

La seconda Guerra Mondiale (1940-1945) fu periodo di acerba drammaticità ma Lusiana, dopo quelle pagine cupe, ne seppe scrivere altre di ritrovato entusiasmo.

E sono queste pagine degne di lode che le hanno permesso di compiere un proficuo cammino verso un migliorato vivere civile.


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